BACOLI| Palazzina in fiamme, il dramma di una madre: “Abbiamo perso tutto ma nostro figlio l’abbiamo salvato noi”

È trascorsa una settimana dall’incendio che, nel cuore della notte, ha devastato una palazzina in viale Olimpico a Bacoli. Erano circa le 4 quando le fiamme hanno avvolto l’appartamento. Il fuoco, alimentato dal vento, si è propagato rapidamente, rendendo impossibile l’uscita dal portone principale e l’accesso al balcone. La vittima è Rosario Carannante, 62enne del terzo piano, mentre sua figlia e sua moglie sono state ricoverate per gravi ferite.
Tra le quattro famiglie sgomberate ci sono una madre, un padre Antonello e il figlio Matteo di 9 anni, affetto da autismo. Quest’ultimi sono rimasti intrappolati in una nube di fumo impossibilitati a uscire. “Ha nove anni, non possiamo permettergli di morire”, avrebbe detto il padre prima di convincere la moglie a lanciare il bambino dal balcone per metterlo in salvo.
Il marito è saltato per primo, riuscendo ad afferrare il bimbo al volo e affidarlo al vicino di casa, accorso dopo aver messo in sicurezza la propria famiglia. La madre si è poi lanciata a sua volta, ferendo accidentalmente un carabiniere che stava cercando di aiutarla. “Quando ho lasciato mio figlio nel vuoto tremava come una foglia”, ha raccontato la donna ripercorrendo quegli attimi drammatici.
Nessuno dei presenti in strada, denuncia la donna, si sarebbe avvicinato per aiutarli, preferendo filmare la scena con i cellulari. Altri vicini scesi in strada invece, hanno soccorso lei e suo figlio, mettendoli al sicuro in una macchina.
“Quando sono arrivati i pompieri era troppo tardi. Il vento di quella sera ha alimentato l’incendio con una velocità incredibile. La famiglia del terzo piano ha subito una tragedia”, un padre di famiglia, Rosario, ha perso la vita, lasciando due figlie di appena 20 anni, una delle quali gravemente ferita, insieme a sua madre, ricoverate in ospedale.
“Quello che è successo è stato devastante, e sento il bisogno di chiarire la verità. Non posso più leggere titoli come ‘Le forze dell’ordine salvano il bambino autistico dalle fiamme’. Mio figlio l’abbiamo salvato noi, e solo noi. Quando l’ho lanciato giù non c’era ancora nessuna autorità presente”, ha chiarito la donna.
“Ora non abbiamo più nulla. La nostra casa è completamente distrutta e tutto ciò che è rimasto dentro deve essere buttato. Dovrò abbattere e ricostruire”, è il grido d’aiuto disperato. “Ho un mutuo da pagare, ma in più devo aggiungere l’affitto di una nuova casa. Il comune al momento ha messo a disposizione un sussidio d’emergenza di circa mille euro, con cui dovrei comprare beni di prima necessità, ma ancora non è arrivato. Non dormo da una settimana, non mangio, non bevo. Mio figlio, che è autistico, è in piena crisi per il trauma subito”.
La donna conclude così il racconto da cui si evince amarezza e rabbia, oltre che dolore: “Mi trovo anche a dover pagare tutte le bonifiche del palazzo, poiché l’appartamento è di mia proprietà, senza aver alcuna colpa per quanto accaduto e senza nemmeno avere più una casa. Oltre al danno, la beffa”.
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