Tragedia di Monteforte Irpino: il proprietario del bus denuncia i meccanici

A oltre dieci anni dalla tragedia del viadotto Acqualonga, sul bus di Monteforte Irpino in cui persero la vita 40 persone, emergono nuovi sviluppi giudiziari destinati a riaccendere il dibattito sulle reali responsabilità dell’incidente. Ricordiamo che il pullman era composto da pellegrini provenienti da Pozzuoli, di ritorno da Pietrelcina. Gennaro Lametta, proprietario del bus ha presentato una denuncia alla Procura di Napoli dal carcere in cui è detenuto, dove sta scontando una condanna definitiva a nove anni di reclusione.
Sarebbe emersa una registrazione audio che il proprietario del bus ha consegnato agli inquirenti. Un file, registrato clandestinamente dopo l’incidente, conterrebbe una conversazione tra due meccanici che avrebbero eseguito interventi di manutenzione sul veicolo. Uno di loro avrebbe affermato di aver controllato i perni, ma con un’operazione che non sarebbe stata eseguita in maniera giusta, portando alla rottura dell’impianto frenante.
La nuova denuncia punta il dito contro i meccanici dell’officina, che nel corso dei processi avrebbero negato qualsiasi intervento specifico sui componenti citati. L’imprenditore, che nell’incidente ha perso anche il fratello, alla guida del mezzo al momento del crollo, accusa i tecnici di aver mentito. L’obiettivo è verificare se vi siano profili di concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo riconducibili a negligenze o omissioni in fase di manutenzione.
Secondo Lametta, questa parte della vicenda non sarebbe stata adeguatamente approfondita nel corso del processo, e la sua denuncia per falsa testimonianza intende rilanciare l’attenzione su un possibile errore umano che, a suo dire, sarebbe stato determinante nella catena degli eventi che hanno portato alla tragedia.
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